L’inizio della costruzione dell’enorme albergo a picco sul mare in località Alimuri nel Comune di Vico Equense risale al 1964.
Un edificio mai finito a causa di evidenti irregolarità nei progetti ravvisati quasi subito: è rimasto così solo lo scheletro di cemento di quel che doveva essere un hotel da cento stanze, 2 mila metri quadrati e 18 mila metri cubi.
Uno dei soci della SICA S.r.l. proprietaria dell’ecomostro è Anna Normale, la moglie dell’europarlamentare del Pd Andrea Cozzolino.
Andrea Cozzolino
Dalla metà degli anni `60 l´Albergo di Alimuri tiene in ostaggio una delle conche più belle del golfo di Napoli: oltre ad essere uno schiaffo all´immagine e al paesaggio naturalistico della penisola sorrentina, è diventato un pericolo per i ragazzi che si arrampicano sul suo scheletro o che si tuffano dalla spiaggia antistante.
Per tali motivi nel 2009 vi sono stati avviati dei lavori di ‘protezione’: un’imbracatura di reti metalliche per impedire ai bagnanti di avventurarsi sui cinque piani di solai sgretolati, pericolosi trampolini di folli tuffi, e per salvare la struttura dal costone retrostante che si sta sfaldando.
Nel 2007 era stato intanto raggiunto un Accordo sottoscritto dai Normale, dal dall’allora Vice Presidente del Consiglio Francesco Rutelli, dalla Regione Campania e dal Comune stesso di Vico Equense, di cui era allora Sindaco lo stesso di oggi Gennaro Cinque.
Gennaro Cinque
L’accordo consentiva ai privati, in cambio della mancata opposizione alla demolizione, di edificare le medesime cubature in altra zona di Vico, nonché di realizzare al posto dello scheletro in cemento armato uno stabilimento balneare.
L’intesa di 7 anni fa era molto favorevole alla proprietà ed aveva provocato furibonde polemiche.
Era stata giustificata sulla base del presupposto che le licenze ottenute alla fine degli anni sessanta dai proprietari fossero legittime.
Recentemente, però, l’assessore ai Lavori Pubblici Antonio Elefante, che nella giunta vicana ha una specifica delega all’ecomostro, ha annunciato di avere scoperto che la struttura edificata 40 anni fa e rimasta incompleta è in realtà diversa da quella autorizzata all’epoca: più piccola e difforme.
Antonio Elefante
Con Deliberazione n. 30 del 2 marzo 2014 il Consiglio Comunale di Vico Equense ha deciso la demolizione del rudere, poi ribadita dalla Giunta Comunale con delibera n. 36 del 7 marzo 2014 senza alcuna contropartita per i privati, essendo l’Alimuri una opera abusiva e pertanto sussistendo le condizioni perché lo si acquisisse al patrimonio.
Con prot. n. 8286 del 31 marzo 2014 è stata disposta la demolizione, ribadita con provvedimento n. 8379 dell’1.4.204 a firma del responsabile del servizio urbanistico del Comune di Vico Equense.
Tutti i suddetti atti sono stati impugnati dalla SICA S.r.l. ma il ricorso è stato respinto dapprima con Decreto Cautelare del TAR Campania n. 802 del 12 maggio 2014, confermato poi con Ordinanza del TAR Campania n. 944 del 6 giugno 2014.
In una successiva Conferenza dei Servizi è stato approvato il progetto preliminare finalizzato ad eliminare lo scheletro di albergo, di proprietà degli imprenditori Normale, che insiste nella conca tra Vico e Meta: è stato realizzato dall’ingegnere Paola Di Maio, nuovo responsabile del settore lavori pubblici del Comune di Vico Equense.
È il primo atto concreto dopo la sconfessione, da parte dell’amministrazione, dell’accordo del 2007, che costerà però 532.883 euro. I 537.000 euro saranno anticipati dalla cassa depositi e prestiti.
L’amministrazione vicana fa sapere che si rivarrà poi sui proprietari.
La conca liberata dal cemento, secondo i progetti annunciati dal Comune, sarà destinata a struttura balneare, sulla base di proposte presentate da coloro i quali aderiranno al bando di finanza di progetto.
Il vincitore dovrà farsi carico anche della definitiva messa in sicurezza del costone soprastante la baia.
Durante la demolizione, infatti, ci si limiterà al disgaggio dei massi in bilico, finalizzata a garantire la sicurezza degli operai addetti all’abbattimento dell’ecomostro.
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo la posizione al riguardo di Franco Cuomo, responsabile del Circolo Territoriale di VAS “Giovanni Esposito” di Vico equense.
“La demolizione costerà 532mila euro. Il progetto ha ricevuto l’ok della conferenza di sevizi convocata in estate. I soldi ? Il comune ha avviato le procedure per un prestito alla cassa depositi“ Ma come è bravo questo comune !
Ma come é bravo l’ing. Elefante!
Ma quanto è brava l’ing. Paola De Maio!
Faranno pagare a noi cittadini la demolizione di un abuso di mezzo secolo fa a noi cittadini tutti e pure ai nostri figli e nipoti.
Poi magari chi ha commesso l’abuso si rivarrà contro il comune e chiederà anche un risarcimento, e poi ci faranno pure il solario .
Ecco come convertire un abuso in un affare.
I VAS non sono solo contro il solarium, ma denunciano anche questo prestito deciso in estate nel silenzio generale in conferenza di servizi a spese dei cittadini ignari di questo paese!
Perché non si chiede in consiglio comunale a tutti i cittadini quanto sono disposti a pagare per la demolizione di uno scheletro ormai fossilizzato per far fare affari d’oro a pochi ?
Tutto quello che si legge su ALIMURI sono solo bugie e trita retorica pseudo ambientalista.
Franco Cuomo VAS