Articolo di Lidia Fersuoch, Presidente della sezione di Venezia di Italia Nostra, pubblicato con questo titolo l’8 agosto 2014 sul sito www.eddyburg.it (http://www.eddyburg.it/2014/08/mose-e-contorta-le-esternazioni-di.html). La sconfessione di Pinocchio. Una limpida e sferzante contestazione delle bugie, a proposito del MoSE e dei nuovi canali per l’accesso a Venezia dei mostri del mare. Un salutare svelamento delle parole mentitrici che, pronunciate da presunti tecnici e avallate da chi occupa alti scranni, determinano un pensiero corrente incapace di vedere la realtà e di comprendere gli eventi. La Nuova Venezia, 8 agosto 2014 Leggendo le lettere o le interviste di Paolo Costa si sobbalza sempre sulla sedia per come la realtà che pare offrirsi in un modo ai nostri occhi possa venire interpretata in modo molto diverso dal presidente dell’Autorità portuale. Non ci si può meravigliare se un accanito sostenitore del Mose, qual egli si è sempre dichiarato, possa ancora insistere nel separare la vicenda giudiziaria – e le responsabilità di molti, che tutti sospettavamo – dalla realtà stessa dell’opera: «Si sa di avere a che fare», dice Costa, «con una grande opera di ingegneria ambientale della quale gli italiani possono andare fieri nel mondo». Chetatasi un po’ la buriana giudiziaria, o meglio abituatici ormai ad essa, ecco che riemerge “l’opera salvifica”, orgoglio dell’ingegneria italiana, che tutela il “bene culturale Venezia”. Corre l’obbligo di ricordare che altre opere ingegneristiche rappresentative delle competenze italiane una decina d’anni fa erano state proposte per la regolazione delle maree, in alternativa al Mose. Giudicate migliori, più affidabili ed economiche del Mose da una commissione scientifica istituita dal Comune di Venezia, erano state scartate dal governo senza essere prese in considerazione. Prodi e Di Pietro avevano già deciso. Vale la pena di menzionare quel che sostiene l’ingegner Vielmo, progettista della paratoia a gravità (opera alternativa al Mo-se, che ne sfruttava […]