La storia dell’orsa Daniza sta assumendo contorni molto tristi.
Nel 2000 venne introdotta in Trentino, nell’ambito del programma Life Ursus finanziato dall’Unione Europea, per risollevare le sorti dell’ultimo nucleo di orso bruno delle Alpi italiane.
L’immagine di Daniza quando il 18 maggio 2000 è stata introdotta in Trentino
Ora rischia di essere abbattuta perché a ferragosto, mentre girovagava nei boschi di Pinzolo con i suoi due cuccioli, ha aggredito un cercatore di funghi graffiandolo alla schiena e al ginocchio, mordendolo infine a uno scarpone: le sue condizioni non sono gravi ed è stato medicato all’ospedale.
«Dal racconto dell’uomo – spiega Michele Dallapiccola, assessore provinciale all’agricoltura, foreste, turismo e promozione, caccia e pesca – si evince il comportamento anomalo da parte dell’orsa giacché individuati a vista i cuccioli a circa trenta metri di distanza l’uomo si era immediatamente allontanato e nascosto. Tuttavia, nonostante i cuccioli avessero preso una direzione diversa dalla sua e nonostante si fosse comunque nascosto dietro ad un albero dopo essersi allontanato, è stato raggiunto dall’animale che lo ha attivamente aggredito e ferito».
Michele Dallapiccola
Ora l’assessore, dopo una riunione con il sindaco, i forestali le forze dell’ordine ed i rappresentanti del Parco Adamello Brenta, ha deciso per l’intervento di cattura dell’esemplare. «All’interno del provvedimento di cattura – spiega l’assessore Dallapiccola ai microfoni di RaiNews24 – devo poter tutelare le persone che tuteleranno la cattura dell’animale pericoloso, per cui valuteremo la possibilità di autorizzarli anche all’eventuale abbattimento».
L’esemplare è munito di radio collare e la squadra specializzata dei forestali è impegnata nella localizzazione dell’animale.
Una decisione che non è piaciuta agli animalisti che si sono subito attivati sui social network per chiedere che ciò non avvenga.
Al grido dell’hashtag #iostocondaniza, lanciato dalla Lav (#daniza #iostocondaniza @ProvinciaTrento, @LAVonlus: NO alla cattura dell’Orsa, sarebbe reato, grave), anche nel giorno di Ferragosto sono tantissimi quelli che non approvano l’approccio scelto: non piace la decisione di catturarla, anche a rischio di abbatterla, basandosi solo sulle parole della persona aggredita.
La maggior parte ritiene infatti naturale il comportamento dell’orsa, tipico di una madre che reagisce a una potenziale fonte di pericolo per i suoi cuccioli.
E sono proprio i suoi piccoli a preoccupare molti degli attivisti che si chiedono quale destino verrebbe riservato loro nel caso Daniza venga abbattuta.
Altri ancora puntano il dito verso il meccanismo che vede prima spendere fondi europei per popolare una certa specie a rischio, per poi arrivare a soluzioni drastiche quando la convivenza con l’uomo presenta i primi rischi.
Nelle prossime ore si vedrà quale direzione prenderà il destino di Daniza, intanto il tam tam sui social media continua a crescere.
AGGIORNAMENTO
Un’ordinanza «contingibile e urgente», firmata da Alessandro Olivi, vicepresidente della Provincia autonoma di Trento, stabilisce che l’orsa Daniza venga catturata e non abbattuta.
Alessandro Olivi
Si tratta di una decisione che prende atto del profilo di pericolosità che si è determinato, sulla base degli accertamenti compiuti dagli organi provinciali competenti, e che impone un intervento urgente per garantire il massimo livello di tutela della pubblica incolumità.
Di fronte alle varie opzioni analizzate il vicepresidente Olivi, sentito anche il presidente della Giunta provinciale Ugo Rossi, ha deciso di firmare un dispositivo che prevede la cattura e non l’abbattimento dell’animale.
Il ricorso a quest’ultima soluzione – precisa l’ordinanza – rimane come ipotesi estrema qualora l’animale, durante l’operazione di cattura, dovesse provocare un imminente, grave e non altrimenti evitabile pericolo per gli operatori e per terzi.
Anche l’assessore Dallapiccola affida a Twitter gli aggiornamenti sulla vicenda: dopo aver scritto nelle ore scorse sugli avanzamenti dell’operazione («Daniza localizzata e sotto vigilanza» e «#daniza: partiamo stanotte con il primo tentativo di cattura»), ha poi “cinguettato” alcune parole per assicurare gli animalisti sulle premesse delle operazioni di cattura: «NESSUNO VUOLE UCCIDERE DANIZA! Effettuiamo sole operazioni di tutela delle persone».
Riceviamo e volentieri pubblichiamo il seguente Comunicato Stampa sull’argomento della Rete Campana per la Civiltà del Sole e della Biodiversità .
COMUNICATO STAMPA del 17 agosto 2014
L’orsa Daniza e noi
Facendo seguito all’appello che Antonio D’Acunto ha rivolto all’Assessore della Provincia di Trento in merito alla sorte dell’orsa Daniza, la Rete Campana per la Civiltà del Sole e della Biodiversità esprime la propria preoccupazione per una vicenda che merita la giusta attenzione ai valori ambientali ed al rapporto uomo-natura.
Come presidente della Rete, D’Acunto ha infatti sottolineato che non è possibile proporsi la salvaguardia degli ecosistemi e della biodiversità e continuare a ragionare come se gli animali che ne fanno parte siano solo degli scomodi ospiti dell’ambiente umano.
“Daniza ha difeso i suoi cuccioli come avrebbe fatto ogni madre affettuosa per salvare i suoi figli; uccidere lei che non ha ucciso, e pure avrebbe potuto farlo, sarebbe una cattiveria inaudita in profondo contrasto con la storia e la cultura di un territorio che da sempre esprime grandi valori ambientali e di cultura della biodiversità. Guardando il suo volto, la sua bellezza e la sua maestosità e la tenerezza dei piccoli cuccioli sono certo che la restituirete all’affetto e all’amore dei suoi piccoli – ha scritto infatti D’Acunto nel suo appello, ricordando che gli equilibri ecologici non possono essere soggetti all’arroganza dell’animale-uomo, che continua a ragionare in una prospettiva antropocentrica.
La Rete Campana per la Civiltà del Sole e della Biodiversità – che da sempre considera la tutela della biodiversità come parte fondamentale di quella che ha chiamato “Civiltà del Sole” – chiede quindi alle autorità competenti di intervenire in merito nel modo più saggio e prudente.
In particolare, chiede loro che la dovuta attenzione alla sicurezza dei visitatori delle aree protette sia opportunamente contemperata con l’indiscutibile difesa delle specie protette, come appunto i pochi orsi residui.
Si potrebbe ipotizzare quindi che la cattura dell’orsa Daniza – escludendo la sua ‘deportazione’ altrove come, ovviamente, la sua deprecabile soppressione – sia finalizzata all’applicazione ad essa di un microchip che consenta di monitorarne i movimenti e di garantire la sicurezza di chi transiti per l’area dove essa si sposta e che è il suo naturale habitat.
È un intervento abituale nei parchi e nelle aree naturali protette e avrebbe il merito di risultare efficace ma non invasivo né arrogante ed inutilmente violento.
“La Civiltà del Sole da noi propugnata – ha dichiarato Ermete Ferraro – esclude che si continui ad alterare pezzi degli ecosistemi naturali per adattarli maldestramente alle nostre esigenze, con le conseguenze negative che tutti abbiamo sotto gli occhi. Ecco perché auspichiamo che le autorità preposte facciano in questo caso la cosa giusta.”
UFFICIO STAMPA – RETE CAMPANA PER LA CIVILTA’ DEL SOLE E DELLA BIODIVERSITA’ (www.laciviltadelsole.org – civiltadelsole@gmail.com )
Contatti à Ermete Ferraro (ermeteferraro@alice.it )