L’Unione Europea ha aperto una procedura di infrazione contro l’Italia per aver superato i limiti di arsenico e fluoro nelle acque del Lazio

Immagine.Commissione Europea Su questo stesso sito il 13 luglio 2014 è stato pubblicato un articolo dal titolo <<La presenza di arsenico nell’acqua degli acquedotti romani>>, che faceva il quadro della situazione di inquinamento esistente. (http://vasonlus.it/?p=6255&preview=true)

A distanza di quasi 4 mesi la Commissione Europea ha aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia per la contaminazione dell’acqua da arsenico e fluoro, in particolare nel Lazio, ancora irrisolto nonostante la concessione di tre deroghe di tre anni ciascuna.

La direttiva sull’acqua potabile impone agli Stati membri di controllare e testare l’acqua destinata al consumo umano in base a 48 parametri microbiologici e chimici e indicatori.

Se si riscontrano nell’acqua livelli elevati di arsenico o di altri inquinanti, gli Stati membri possono derogare per un periodo limitato di tempo ai valori limite fissati dalla direttiva, purché la deroga non presenti un potenziale pericolo per la salute umana e l’approvvigionamento delle acque destinate al consumo umano nella zona interessata non possa essere mantenuto con nessun altro mezzo congruo.

La direttiva consente al massimo tre deroghe, ciascuna limitata a tre anni.

Gli Stati membri possono derogare due volte e, in casi eccezionali, possono chiedere alla Commissione una terza deroga. All’Italia sono già state concesse tre deroghe e non è possibile autorizzarne altre.

Il periodo di deroga era finalizzato a consentire di trovare soluzioni durature.

Tuttavia, più di un anno dopo la scadenza della terza deroga, l’Italia continua a violare la direttiva.

Le decisioni di deroga stabiliscono condizioni rigorose per tutelare la salute umana.

All’Italia era stato chiesto di assicurare che fosse disponibile l’approvvigionamento di acqua salubre destinata al consumo da parte dei neonati e dei bambini fino all’età di tre anni.

Le deroghe erano subordinate al fatto che l’Italia fornisse agli utenti informazioni adeguate su come ridurre i rischi associati al consumo dell’acqua potabile in questione e, in particolare, i rischi associati al consumo di acqua da parte dei bambini.

L’Italia era tenuta inoltre ad attuare un piano di azioni correttive e a informare la Commissione in merito ai progressi compiuti.

I valori limite per arsenico e fluoro non sono ancora rispettati in 37 zone di approvvigionamento di acqua in Lazio.

Su raccomandazione del Commissario per l’Ambiente Janez Potočnik, la Commissione invia una lettera di costituzione in mora all’Italia, la prima fase formale della procedura di infrazione.

Immagine.Janez Potocnik

Janez Potočnik

I valori limite previsti dalla direttiva Ue sull’acqua potabile non sono ancora rispettati in 37 zone.

L’Italia non ha rispettato la direttiva sull’acqua potabile, che impone a tutti i Paesi dell’Unione europea di controllare e testare l’acqua destinata al consumo umano, in base a 48 parametri microbiologici e chimici e indicatori.

Immagine.Bevuta dal rubinetto

Se si riscontrano nell’acqua livelli elevati di arsenico o di altri inquinanti, gli Stati membri possono derogare per un periodo limitato di tempo ai valori limite fissati dalla direttiva, purché non presenti un potenziale pericolo per la salute umana e l’approvvigionamento delle acque destinate al consumo umano nella zona interessata non possa essere mantenuto in nessun altro modo.

All’Italia, che ha già usufruito del numero massimo di deroghe consentito dalla normativa Ue, Bruxelles aveva chiesto di assicurare che fosse disponibile l’approvvigionamento di acqua salubre destinata al consumo da parte dei neonati e dei bambini fino all’età di tre anni.

Le deroghe erano subordinate poi al fatto che l’Italia fornisse agli utenti informazioni adeguate su come ridurre i rischi associati al consumo dell’acqua potabile in questione e in particolare dei rischi associati al consumo di acqua da parte dei bambini.

L’Italia era tenuta inoltre ad attuare un piano di azioni correttive e a informare la Commissione in merito ai progressi compiuti.

Ma a più di un anno di distanza dalla scadenza della terza deroga, l’Italia continua a violare la direttiva: i valori limite per arsenico e fluoro non sono ancora rispettati in 37 zone di approvvigionamento di acqua nel Lazio.

Di qui l’invio da parte di Bruxelles di una lettera di costituzione in mora, la prima fase formale della procedura di infrazione.

Contesto

Obiettivo della direttiva sull’acqua potabile (direttiva 98/83/CE del Consiglio, del 3 novembre 1998, concernente la qualità delle acque destinate al consumo umanoGU L 330 del 5.12.1998, pag. 32)è la tutela della salute umana dalle conseguenze negative delle contaminazioni delle acque destinate al consumo umano, garantendone la salubrità e la pulizia.

L’arsenico è un elemento semimetallico, insapore e inodore, presente in natura, che può essere rilasciato nell’acqua potabile dai depositi naturali presenti nel terreno. Livelli elevati nell’acqua possono provocare gravi problemi di salute, tra cui lesioni dell’epidermide, problemi di circolazione e un aumento del rischio di cancro.

 

Per ulteriori informazioni

Maggiori informazioni sulla politica in materia di acqua potabile:

http://ec.europa.eu/environment/water/water-drink/index_en.html

 

Vedasi anche:

Sul pacchetto delle decisioni relative alle infrazioni nel mese di luglio, cfr. MEMO/14/…..

Sulla procedura di infrazione in generale: MEMO/12/12

Per ulteriori informazioni sulle procedure di infrazione:

http://ec.europa.eu/eu_law/infringements/infringements_it.htm

Per statistiche aggiornate sulle infrazioni in generale, consultare il seguente sito web:

http://ec.europa.eu/eu_law/infringements/infringements_it.htm

 

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