Intervento di Tomaso Montanari in conclusione dei lavori del convegno su «Venezia e l’architettura moderna», promosso e organizzato dall’ Istituto Universitario di Architettura di Venezia (IUAV) e tenutosi all’Ateneo Veneto il 23 maggio 2014. Pubblicato con tale titolo il 15 giugno 2014 sul sito www.eddyburg.it (http://www.eddyburg.it/2014/06/benvenuta-la-parresia-soprattutto-nella.html). Tomaso Montanari Confesso di non aver capito bene perché mi trovo qua. Sono molto onorato dall’invito a trarre le conclusioni di questa giornata, ma non sono sicuro di aver compreso le ragioni che hanno spinto il collega e amico Aldo Norsa ad affidare proprio a me – che non sono veneziano, e non sono architetto – questo ruolo in una giornata dedicata a «Venezia e l’architettura moderna», una giornata che ambisce ad indicare una via che permetta di «superare le incomprensioni». Professore ordinario di tecnologia dell’architettura all’Università IUAV di Venezia Posso solo supporre che un certo simpatico sadismo del professor Norsa l’abbia spinto ad invitare uno storico dell’arte ormai, suo malgrado, noto per lo sforzo di usare una certa parresia, cioè un certo parlar chiaro, nelle cose che riguardano il nostro patrimonio artistico. E, d’altra parte, un bellissimo saggio di Richard Sennet, da poco anche tradotto in italiano, illumina il nesso tra diritto di parola e diritto allo spazio urbano: e proprio concentrandosi sul Ghetto di Venezia, e sulla sua trasfigurazione shakeaspeariana. Verrebbe dunque voglia di esercitare subito questa parresia. Il fatto che il programma della nostra giornata debba ammettere che non si potrà parlare del progetto che rischia di distruggere anche la memoria del Fontego dei Tedeschi perché la proprietà non ha autorizzato un simile dibattito, nega le ragioni stesse della nostra professione di ricercatori. Si tratta di un veto inammissibile: un segno concreto del totalitarismo del mercato che, deformando la città, arriva a deformare anche le regole più elementari della […]