Sull’accordo tra MiBACT e Regione Friuli Venezia Giulia

Immagine.Regione Friuli Venezia Giulia Articolo pubblicato l’11 giugno 2014 sul sito www.eddyburg.it (http://www.eddyburg.it/2014/06/sullaccordo-tra-mibact-e-regione-friuli.html).

In prima fila la Regione presieduta dalla vicesegretaria del PMR per “sbloccare l’Italia” tagliando i lacci e lacciuoli che ostacolano la distruzione del paesaggio  gli altri beni tutelati dalla Costituzion. Lo denuncia un comunicato stampa dell’Associazione Bianchi Bandinelli, 10 giugno 2014

Una nota dell’agenzia ANSA, che riportiamo in calce,  informa del progetto della Presidente della regione Friuli -Venezia Giulia, vicesegretaria del Partito Matteo Renzi  di  attuare subito nella sua povera regione la perversa politica di distruzione dei beni culturali per poter disFARE più in fretta.

L’associazione fondata da Giulio Carlo Argan, oggi presieduta da Vezio De Lucia [insignito del premio internazionale Verde Ambiente 2014, ndr.], giustamente s’indigna.

Con il patto Mibact-Serracchiani comincia a chiarirsi quel concetto di “burocrazia zero” che pare essere uno dei criteri guida dell’attuale Governo, creando deroghe pericolosissime alle leggi di tutela.

 Immagine.Debora Serracchiani

Debora Serracchiani

Viene messo in cattiva luce l’operato delle Sovrintendenze, come se fossero le cause del blocco dello sviluppo (vedi “sblocca Italia” di Renzi), mandando messaggi come al solito fuorvianti. A quanto è dato sapere l’intesa prevede, da subito e nelle more di un futuribile regolamento emanato dal Ministero, la “non assoggettabilità” ai pareri vincolanti della Soprintendenza competente in materia su attività e strutture temporanee allestite in luoghi monumentali: si tratta di un decisivo arretramento rispetto alla direttiva sul decoro dei luoghi pubblici monumentali emanata da Ornaghi.

L’accordo, rivendicato come vittoria personale dalla presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, smentisce clamorosamente, oltre tutto, l’art. 4 (Disposizioni urgenti per la tutela del decoro dei siti culturali) del decreto sulla cultura e il turismo trasmesso la scorsa settimana alla Commissione Cultura della Camera dallo stesso Ministero.

Inoltre riporta in luce il pericoloso principio “silenzio assenso”, già sventato ai tempi del ministro Urbani, ben consapevoli delle difficoltà in cui versano gli uffici periferici del Ministero, oberati di pratiche e carenti di personale. 

Infine, si prosegue con la monetizzazione di tutto, con le attività commerciali e i cosiddetti investimenti turistici che assumono maggiore importanza dell’oggetto grazie al quale esistono attività commerciali e investimenti turistici, ovvero il patrimonio culturale.

Ma la gravità di un simile provvedimento risiede, in questo caso, ancor più nel metodo: attraverso un patto politico, si decide che quanto stabilito dal Codice dei Beni Culturali non è più valido e che la competenza tecnico-scientifica sia non solo scavalcata, ma addirittura abolita. Gravissimo che questo corto circuito costituzionale sia stato avallato dal responsabile del Ministero dei Beni Culturali che, in questo modo, riesce ad ottenere il risultato di autolimitare la sfera d’azione del proprio dicastero e di smentire nel merito i propri funzionari sul territorio, già da mesi oggetto di attacchi: sembra una prima mossa istituzionale della guerra contro il sistema di tutela partito dalle pagine di grandi quotidiani.

La nota diramata dall’Agenzia ANSA

TRIESTE, 6 GIU – La Regione Friuli Venezia Giulia e il Ministero dei Beni culturali hanno sottoscritto un accordo che sancisce la “non assoggettabilità” ai pareri vincolanti della Soprintendenza regionale su attività e strutture temporanee allestite in luoghi monumentali. L’intesa permetterà di superare il potere di “veto” degli uffici periferici del Ministero, in particolare nella materia dei cosiddetti “dehors”, strutture come tavolini od ombrelloni di esercizi commerciali, e di manifestazioni sportive o fieristiche di breve durata. Ultimamente molte polemiche erano state sollevate dai mancati nulla osta della Soprintendenza del Fvg per manifestazioni in alcune piazze di Trieste e Udine o per investimenti nelle località turistiche come Grado (Gorizia) e Muggia (Trieste). Nel documento si fissa infine un termine di sei mesi per la stesura di un accordo disciplinare tra Mibact e Regione Fvg che darà a quest’ultima maggiore autonomia sul tema. Per la presidente regionale Debora Serracchiani l’accordo “qualifica la Regione e supera un problema per i nostri amministratori. Nell’impossibilita’ di un dialogo con la Soprintendenza regionale ci siamo rivolti al ministro Franceschini, che ci ha ascoltato. Il Fvg e’ la prima amministrazione a semplificare le procedure”. Vengono cosi’ superate, secondo Serracchiani “interpretazioni fuori della realtà” della direttiva Ornaghi sui siti monumentali, “che era nata – ha precisato – per fermare la proliferazione di bancarelle o souvenir, ma che rischiava di bloccare attività commerciali normali con iniziative ‘più realiste del re'”. (ANSA) 

Su tale problematica rimandiamo all’articolo pubblicato su questo stesso sito il 18 novembre 2013 dal titolo <<Lo stop a dehors e bancarelle prescritto nel “Tridente del Centro Storico” dal decreto di vincolo monumentale che lo tutela>> ((http://vasonlus.it/?p=3492#more-3492).).

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