Come si impara a essere cittadini italiani? Sono fondamentali la famiglia, la scuola; ma da millenni c’è qualcos’altro che ci educa a essere quello che siamo, che ci lega al nostro passato e ci fa immaginare il nostro destino: questa cosa si chiama «patrimonio culturale». Ne fanno parte le opere d’arte, i libri, i palazzi, i reperti archeologici… Chi non se ne rende conto e definisce i beni culturali «il petrolio d’Italia», considerandoli un repertorio di oggetti da affittare al magnate di turno o da svendere nell’ennesima mostra-evento, è un nostro nemico: ci sta togliendo un bene primario come l’aria, ci sta privando di un nostro diritto fondamentale come la salute o l’istruzione. Per questo, dopo aver indagato i disastri della politica culturale italiana nelle Pietre e il popolo, Tomaso Montanari scrive un libro ancora più affilato: un pamphlet per invitarci a una vera rivoluzione non soltanto contro chi saccheggia le biblioteche o deturpa il paesaggio, ma contro chi non educa all’amore per la bellezza. “Istruzioni per l’uso del futuro” è un piccolo alfabeto civile: ventuno voci che ci mostrano come per trasformare un paese non bastano le nostalgie o le indignazioni ma servono responsabilità e conoscenza. Ne ha fatto una recensione Maria Pia Guermandi (archeologa classica, che lavora presso l’Istituto Beni Culturali della Regione Emilia Romagna) in un articolo pubblicato il 9 aprile 2014 su L’Unità on-line, “nessundorma“, lo stesso giorno in cui il libro è stato presentato al Museo Diocesiano di Salerno con la partecipazione dell’autore: lo riportiamo di seguito. Maria Pia Guermandi Tanto per chiarire subito l’orizzonte del discorso, chi scrive condivide profondamente la visione, l’impostazione, e, se non fosse ormai un termine quasi pornografico, l’ideologia, di un testo come Istruzioni per l’uso del futuro di Tomaso Montanari (minimum fax, 2014). Il sottotitolo, Il patrimonio culturale e la democrazia […]