Con questo titolo è stato pubblicato oggi il seguente articolo di Luigi Franco. Con una centrale in Basilicata, la Teknosolar Italia 2 punta a incassare 1,2 miliardi di aiuti pubblici in 25 anni, pagati dagli italiani con le bollette. Più di quattro volte il valore sul mercato dell’energia prodotta. La popolazione locale è in rivolta, perché l’impianto porterebbe via 226 ettari di terreno agricolo, in buona parte da espropriare. Rischio di speculazione, ma anche incendi e inquinamento di Luigi Franco | 2 marzo 2014 Vi regalano 200 euro a patto che facciate un investimento. Voi ci mettete appena 10 euro e alla fine di tutto, con i soldi che vi hanno donato, vi restano 130 euro puliti. Ci stareste, vero? Del resto è un buon affare. Potere degli incentivi alle fonti di energia rinnovabile, come quelli a cui aspira la Teknosolar Italia 2 per costruire in Basilicata una centrale solare termodinamica da 50 MW. Solo che a Banzi, il paesino di 1.300 anime in provincia di Potenza che è stato scelto per l’impianto, la popolazione è in rivolta, perché gli specchi parabolici che dovrebbero catturare i raggi del sole si porterebbero via 226 ettari di terreno agricolo. Dimensione che corrisponde a oltre 200 campi da calcio, in buona parte da espropriare a privati. Per non parlare del consumo di suolo, dell’inquinamento e dei rischi di incendio che, secondo chi protesta, l’impianto si porterebbe dietro. Con questi incentivi, l’affare è fatto – Dietro alla Teknosolar Italia 2 c’è Estaban Morras Andrès, un imprenditore spagnolo che nel suo Paese ha già installato alcuni impianti analoghi: i raggi del sole vengono deviati dagli specchi in modo da riscaldare un fluido, che viene utilizzato per generare vapore ad alta temperatura e pressione. Il fluido viene immesso in una turbina per produrre energia elettrica, alla […]